Melania Panico – Inediti

Da questo punto il ricordo della neve, un ramo
innesto che chiamiamo casa, ancora
il ricordo ci ammansisce
piegati alla definizione di chi chiede un gesto
Prova a dire che ci siamo amati
che il tavolo ignora la conversione del tarlo
Troverai che il tempo ha soluzione: ci respinge
con gli occhi al cielo, ci mortifica.
L’amore al fondo della stanza, il muschio.

*

Piove e vengo meno al patto di tenerti vivo,
amore mio
amore del compianto e della pena
se amarsi è faro e piega

Amore delle onde arrese
degli occhi chiusi
con le schiene al muro
imperfezione e attesa

Se ci sono state luci eravamo noi.

*

La prima volta che pensai alla morte
ero a piedi scalzi
mi splendeva il monte negli occhi
– nella stanza colori inopportuni –
è venuta dal ventre la mia morte
con un ronzio di abisso
mi conosceva bene
io invece ero quella senza targhetta
di riconoscimento.

La seconda volta già non avevo più fame
ho trovato un cardine fuori alla mia testa
e mi ci sono aggrappata.

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